Come nasce il termine “Mago”? Come si diffuse fino a diventare una figura tanto ammirata quanto temuta? Scopriamolo insieme approfondendo un po’ la nascita di questa parola; tra miti, storia e leggende.
Il termine Mago
Da dizionario Treccani, una delle prime definizioni di Mago, è:
“Propriamente, sacerdote e sapiente dell’antica religione persiana. In questo senso si usa spec. il plurale magi, su cui si è formato anche un singolare magio”.
In pratica un mago è un mago è quella persona che si dedica all’arte della magia, sia per attitudine che per professione. Si tratta di un termine che altro non è che la traslitterazione della parola greca “magos”, ossia “sapiente”. In origine era un titolo riservato ai Magi, ossia ai re-sacerdoti dello Zoroastrismo diffusi nell’ultimo periodo dell’impero persiano. Furono gli scritti del celebre storico greco Erodoto a rendere popolare il termine magos usato in associazione ai sacerdoti di Zoroastro, ministri del culto persiano.
La magia nell’antica Roma
La magia nell’antica Roma era presente e ben calata nella quotidianità. Non era però ben vista e, per cercare di limitare il fenomeno, si ricorse ad una attenta e rigorosa legislazione. Nell’81 a.C. il dittatore Silla pretese la formulazione della lex Cornelia Sullae de sicariis et veneficis per mezzo della quale la legge, grazie ad un tribunale appositamente istruito, poteva giudicare (ed eventualmente condannare) alcuni tra i reati considerati più gravi. Oltre all’omicidio, alla vendita e al possesso di veleni e all’aborto volontario, comprendeva anche il ricorso alla magia che veniva punito con la morte.
Magia o vendetta?
Nel 158 il grande Apuleio fu vittima di un complotto che lo costrinse a difendersi proprio dall’accusa di magia nera. Umo colto e dedito ai viaggi, per lungo tempo viaggio tra i diversi luoghi dell’Impero Romano. Durante le sue peregrinazioni si stabilì a Oea, l’odierna Tripoli. In Africa venne ospitato da un vecchio amico di nome Ponziano. Durante il suo soggiorno nella casa dell’amico ebbe l’occasione di conoscere la madre Pudentilla, una ricca vedova che desiderava contrarre matrimonio con un secondo marito. Quando qualche anno dopo Ponziano morì, Apuleio perse l’appoggio dei famigliari della donna e venne accusato di aver usato la magia nera per conquistarla ed impossessarsi dei suoi beni.
Il processo si svolse tra il 158 e il 159 d. C. a Sabrata, in presenza del proconsole Claudio Massimo, governatore della provincia africana. Per fortuna Apuleio riuscì a smontare punto per punto tutte le accuse dei parenti della donna e a dimostrare di non essere ricorso ad alcun legame d’amore per conquistare l’amata Pudentilla.
La concezione positiva della magia nel Rinascimento
Dobbiamo arrivare al Rinascimento per avere una concezione positiva del termine magia. Se infatti inizialmente gli antichi romani accettavano l’uso della magia, abbiamo visto come poi arrivarono a considerarla qualcosa di pericoloso. Corsi e ricorsi storici, anni di evoluzione del pensiero e si arrivò ad una nuova modifica della concezione assegnata al termine mago. Durante il Rinascimento la figura del magus cambiò drasticamente e la magia venne per la prima volta vista come l’applicazione concreta dei principi tipici della filosofia naturale. Dopo l’ostracismo romano tornò dunque ad essere considerata come qualcosa di straordinario ed in grado di conciliare scienza, arte e sperimentazione.
Il magus moderno
Oggi, nell’uso comune del termine, il mago è colui che esercita le arti della magia. Un taumaturgo o, talvolta usato in senso spregiativo, fattucchiere. Il termine viene usato in moltissimi contesti differenti tra loro e spesso compare anche in opere letterarie, nei fumetti o nella cultura fantasy. Il significato che gli viene attribuito è molto vario e legato alle credenze personali di ognuno. Un significato in costante evoluzione che accompagna il pensiero moderno. Un termine dunque che non smetterà mai di affascinare gli uomini di tutte le epoche, forse perché cerchiamo di definirlo con la nostra parte razionale pur sapendo che si riferisce ad un lato esoterico, intangibile e poco comprensibile. E tu, cosa ne pensi?